Gran Sasso rosa? Intanto Prati di Tivo langue. Riccioni: “Hanno fatto sì che la colpa sia di tutti e di nessuno”

Non c’è soltanto il problema degli impianti chiusi. Il Giro troverà una stazione con strada da terzo mondo e milioni buttati tra cannoni e seggiolini abbandonati. Ma c’è chi resiste stoicamente come il titolare del Bar Prati di Tivo

PRATI DI TIVO – Mentre si fa un gran discutere sulla mancata autorizzazione del Parco per illuminare di rosa il Gran Sasso d’italia per promuovere il tappone del Giro d’Italia, Prati di Tivo, anche se le condizioni climatiche e l’assenza di neve non lo permetterebbero, continua a languire nell’abbandono di un’altra stagione invernale fallita.

Ma la chiusura degli impianti di risalita – se anche nevicasse il gestore non ha approntato il necessario, documentazione richiesta dal Coreneva per prima cosa, e non ha le autorizzazioni per poter avviare la seggiocabinovia – sembra essere la punta dell’iceberg. Nonostante la stazione turistica sia meta di tantissimi visitatori, in particolare nel week end, e appetita dal grande circo mediatico e organizzativo del Giro, a livello locale non guadagna le attenzioni della politica o di chi amministra la cosa pubblica e che dovrebbe invece investire su questa località.

A subirne i danni sono tra i primi gli operatori economici e quegli imprenditori che hanno deciso di acquistare proprietà ricettive, ristrutturare e, in un prossimo futuro, anche aprire le attività. C’è chi stoicamente resiste nonostante le difficoltà ma soffre disorganizzazione e carenze strutturali. La strada è in condizioni penose nonostante gli interventi a spot dei mesi passati, i servizi igienici assenti, le interruzioni dell’erogazione dell’acqua in giorni festivi hanno provocato danni e spinto gli operatori a richieste di risarcimento per cui affrontano iniziative legali da soli, gli investimenti fatti su impianti e sistemi di innevamento artificiale sono stati buttati al vento da incuria e mancato controllo: i cannoni e le sedute della seggiovia sono abbandonati ai lati delle piste, in una sorta di mostra a cielo aperto di… archeologia turistica.

Tra gi operatori che ormai sono anche stanchi di chiedere aiuto e maggior interesse, c’è lo storico titolare del Bar Prati di Tivo, Antonio Riccioni, che alle spalle ha anche l’esperienza di aver gestito gli impianti di risalita con la Siget, vero cruccio di questa stazione.

ASCOLTA ANTONIO RICCIONI

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